venerdì 28 settembre 2007

Attenti agli scalini!

In vista del referendum dei prossimi 8 e 9 Ottobre, la RSU IBM di Segrate esprime, nonostante alcuni aspetti positivi, un giudizio complessivamente negativo sul protocollo d'intesa del 23 luglio 2007 tra governo e parti sociali su previdenza, mercato del lavoro e competitività.

Vieni a parlarne in assemblea il primo Ottobre dalle 9.30 alle 11.30 presso la mensa della sede di Segrate.


Gli aspetti positivi possono essere così riassunti:
  • la rivalutazione delle pensioni il cui valore sarà fino a 5 volte il trattamento minimo, sarà indicizzata al 100% anzichè al 90%;
  • aumento delle pensioni più basse (fino ad una volta e mezzo il trattamento minimo) tenendo conto anche dell'effettiva anzianità contributiva;
  • sarà migliorato il sistema di totalizzazione dell'anzianità contributiva per i lavoratori con carriere discontinue e per chi ha necessità di ricongiungere contributi di natura diversa; sarà inoltre reso meno oneroso il riscatto della laurea.


Tutto quanto sopra sarà finanziato utilizzando il maggior gettito fiscale, ovvero utilizzando 1 miliardo dei 10 che costituiscono il cosiddetto "tesoretto".

E poi? e poi cominciano i dolori.

Contrariamnete a quanto promesso dal programma di governo, il famoso "scalone Maroni" non viene eliminato, ma viene diluito in più scalini. Rispetto alla riforma Maroni la situazione migliora solo per chi accederà al trattamento pensionistico in occasione delle finestre di gennaio 2008, gennaio 2009 e gennaio 2010, mentre negli altri casi rimane invariata per peggiorare decisamente dal 2013.
Considerando l'incremento dei contributi a carico dei parasubordinati e quello già effettuato nella scorsa finanziaria a carico dei lavoratori dipendenti (0,30%) che potrebbero subirne un ulteriore (0,09%) nel 2011, si può sostanzialmente dire che l'intesa sulla revisione dello "scalone" avviene a "costo zero": tutti gli interventi sono finanziati all'interno dello stesso sistema previdenziale. E comunque a tendere le condizioni sono peggiorative.

Per quanto riguarda le "finestre" di accesso alla pensione, il protocollo prevede la reintroduzione delle due finestre abolite dalla riforma Maroni, in modo da riportarle a quattro all'anno, alla sola ed esclusiva condizione che le medesime finestre siano introdotte anche per le pensioni di vecchiaia (per le quali attualmente non sono previste finestre).
In sintesi, si potrebbe aspettare fino a 6 mesi prima di percepire la pensione!

Per chi è soggetto a sistema contributivo, ferma restando una commissione che dovrebbe studiare un nuovo sistema in grado di garantire una pensione pari almeno al 60% dell'ultima retribuzione, è prevista una pesante riduzione tra il 6 e l'8% dei coefficienti di trasformazione utilizzati per il calcolo dell'ammontare della pensione. Inoltre è prevista la ridefinizione (verosimilmente al ribasso) degli stessi ogni 3 anni per decreto governativo.

Sul fronte del mercato del lavoro aumenteranno i contributi previdenziali a carico dei collaboratori a progetto; i contratti a tempo determinato non saranno più subordinati a cause precise e potranno essere rinnovati praticamente a piacere; il lavoro somministrato (interinale) non è neppure menzionato e rimane quindi inaltertato, così come lo "staff leasing" che, nonostante le promesse del governo, non viene abrogato.
In ultima analisi rimane in piedi tutto l'impianto della Legge 30 che favorisce la precarietà a vita per i giovani.

Rispetto al tema della contrattazione aziendale e della competitività, il protocollo abroga la maggior contribuzione a carico degli imprenditori per gli straordinari (favorendone così l'utilizzo) e, contestualmente, rafforza la decontribuzione della retribuzione totalmente variabile contrattata in azienda (Premio di Risultato), indebolendo, così, il valore della contrattazione collettiva nazionale.
Vale la pena di ricordare, inoltre, che queste due misure contribuiscono a ridurre le entrate dell'INPS. Ma non avevano detto che i conti dell'INPS erano messi male?

23 commenti:

Anonimo ha detto...

Dato che sono, lavorativamente, giovane così come la maggior parte dei colleghi che conosco.... non provo alcun interesse per gli scalini o scaloni.... visto che comunque dovrò avere 65 anni per la pensione. Sarebbe poi interessante sapere suul'intera popolazione lavorativa ....fatta da milioni di persone.... quanta parte è convolta dagli salini/scaloni.

f_fiac ha detto...

Caro Anonimo,
ma il Protocollo d'intesa non riguarda solamente la diluizione dello Scalone Maroni in più scalini, ma anche altre misure sia sulla previdenza che in generale sul mercato del lavoro che riguardano i "giovani".

Ad esempio, i coefficienti di trasformazione per calcolare la pensione per chi è soggetto a sistema contribuitivo (appunto i giovani lavorativamente parlando) sono diminuiti del 6-8%.

E ancora l'impianto della legge 30 che implica così tanta precarietà per la vita dei giovani non è intaccato, a differenza di quanto promesso nel famoso programma dell'Unione (condiviso da tutte le forze politiche del centrosinistra solo un anno e mezzo fa!)

un saluto,
Francesco

Anonimo ha detto...

Approffito dello spazio per chiedere se e' possibile chiarire per le singole persone quale sia il propio tipo di pensione se contributivo o l'altro.. per es.o avendo 17 anni e 5 mesi dal fatidico anno spartiacque qal'e'?
Per quanto riguarda la legge Prodi ricorro a un proverbio milanese:
piuttosto di niente ( in questo caso legge Maroni ) e' meglio il piuttosto
(in questo caso la legge Prodi.)

Anonimo ha detto...

I 40 anni di contributi indipendenti dall'eta' restano?Mi spiego se io arrivo a 60 anni di eta' e 40 di contributi nel 2017 vado in pensione?

Anonimo ha detto...

Gentile f_fiac

mi permetto specificare quanto segue.

1) Approvo pienamente quanto espresso da anonimo nel primo messaggio. la storia "scalini scaloni e finestre" interessa una parte MINORITARIA dei lavoratori e men che meno i giovani che andranno in pensione con un sistema diverso (Contributivo) e più tardi.

2) La tua affermazione "Ad esempio, i coefficienti di trasformazione per calcolare la pensione per chi è soggetto a sistema contribuitivo (appunto i giovani lavorativamente parlando) sono diminuiti del 6-8%." non mi risulta essere correttamente impostata il protocollo prevede infatti che che solo in mancanza di nuovi criteri entro il 2010 si applicherebbero gli attuali con una riduzione del 6-8%. L'identificazione dei nuovi, quindi, è demandata ad una commissione, presso la quale sarebbe auspicabile che il sindacato si facesse parte attiva nell'identificazione di una proposta di revisione più precisa e garantista.

3)E' vero che non viene modificato l'impianto della legge Biagi ma contestualmente si cerca di alleviare la situazione degli "atipici" tramite l'adozione di alcune misure come le norme sulla totalizzazione dei contributi previdenziali, il riscatto della laurea, ed i primi interventi nel sistema degli ammortizzatori, come l’indennità di disoccupazione.

Rispondo poi a Mario specificando che per la pensione di anzianità rimangono sufficienti i 40 anni di contributi, ed anzi il protocollo d'intesa porta proprio per questi casi la modifica della Maroni da 2 a 4 finestre d'uscita annuali.

Rispondo infine a gp specificando che la data spartiacque è il 31 Dicembre 1995. Da quella data esistono per il calcolo tre opzioni:

Contributivo
Si applica ai lavoratori privi di anzianità contributiva al 1° gennaio 1996

Retributivo
Si applica ai lavoratori con almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995

Misto
Si applica ai lavoratori con meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995.
In questo caso la pensione viene calcolata in parte secondo il sistema retributivo, per l'anzianità maturata fino al 31 dicembre 1995, in parte con il sistema contributivo, per l'anzianità maturata dal 1° gennaio 1996. Se però si possiede un'anzianità contributiva pari o superiore a 15 anni, di cui almeno 5 successivi al 1995, è possibile utilizzare l'opzione per avere la pensione calcolata esclusivamente con il sistema contributivo.
L'opzione non può essere esercitata da chi ha diritto al calcolo con il solo sistema retributivo.


Saluti a tutti

f_fiac ha detto...

Caro Marco,

riguardo al primo punto, è vero che la revisione dello scalone riguarda una minoranza di lavoratori (d'altronde sotto certe condizioni tutti facciamo parte di una qualche minoranza), ma facevo notare a chi non mostrava interesse per la manovra che esistono nel protocollo altri provvedimenti che riguradano giovani e meno giovani, i "tipici" e i "meno tipici". Il protocollo riguarda tutti.

Sul secondo punto formalmente hai ragione, ma dato che l'eventuale ridefinizione da parte della Commissione va fatta "facendo salvo l’equilibrio finanziario dell’attuale sistema pensionistico;" è inverosimile che possano essere migliorati rispetto alle tabelle indicate nel protocollo.

Al punto 3, va beh che dire... siamo in disaccordo. Dal mio punto di vista, questo alleviamento non è affatto sufficiente.

Quanto all'aggiunta delle due finestre, per completezza bisogna dire che è pagata con l'introduzione delle finestre per le pensioni di vecchiaia che prima non c'erano.

Ma al di là dei singoli provvedimenti, mi pare che il problema generale di questa riforma sia il vincolo di fondo: fare una riforma autofinanziata (se ho capito bene, l'unico provvedimento finanziato con soldi "freschi" (parte del tesoretto) è l'aumento per le pensioni minime. Questo significa che non può esserci una redistribuzione effettiva delle risorse e quindi, ben che vada, può essere neutra. Insomma, a chi dice che "pütost che gnint, l'è mei pütost" l'onere di dimostrare dove sia questo "piuttosto".

A più tardi per un giudizio più "strettamente politico".

un saluto a tutti,
Francesco

Anonimo ha detto...

Gentile f_fiac

torno sull'argomento protocollo per meglio specificare il mio pensiero e per fornire spunti di discussione a chi vorrà partecipare al referendum indetto dal sindacato.

3 Cose

La prima
Cerano le vecchie regole e la riforma Maroni incombente. Se non si fosse intervenuti per delle modifiche, oggi non saremmo nemmeno qui a parlare ma direttamente a vivere uno scenario in ogni singolo aspetto peggiore di quello previsto dal protocollo.

La seconda
"pütost che gnint, l'è mei pütost" a parte quanto riportato sopra il protocollo introduce svariati miglioramenti nei trattamenti per un importo totale (nei dieci anni) di 29 miliardi di Euro. Ora è assolutamente vero che se alcuni miglioramenti si devono pagare con l'autofinanziamento del sistema previdenziale essi non possono considerarsi "veri" miglioramenti (vedi quanto da te espresso relativamente alle finestre). Ma alcune norme sono direttamente finanziate con denaro fresco proveniente dall'extragettito di Luglio (circa 1/3) ed in particolare l'incremento delle pensioni basse, il miglioramento del sistema di rivalutazione delle pensioni dal 90% al 100% della variazione dei prezzi (per alcune fasce) e la modifica delle norme sulla totalizzazione dei contributi previdenziali, il riscatto della laurea, e l’indennità di disoccupazione. Queste misure sono un "pütost" diretto, anche perchè queste risorse potevano essere destinate ad altro (Imprese?). Concludo questa parte specificando, infine, che anche le misure di carattere direttamente previdenziale non solo si autofinanzieranno ma godranno direttamente di risparmi di bilancio (Come l'accorpamento degli enti e alcune misure di solidarietà previdenziale). Questi risparmi non sono da sottovalutare anche perchè di solito vengono utilizzati nelle finanziarie per far quadrare altri conti che non siano il "welfare". Queste ultime misure sono un "pütost" indiretto.

La terza
Non condivido la tua affermazione "Questo significa che non può esserci una redistribuzione effettiva delle risorse" perchè, secondo me, esprime una contrarietà di carattere politico e non sindacale (tra l'altro cosa intendi redistribuzione del reddito?). Tale contrasto si è riproposto anche all'interno del sindacato dove la Fiom, unica nella confederazione, a maggioranza (125 contro 31) ha votato un documento di disapprovazione.

Concludendo
Il sindacato è indipendente dal programma dell'Unione o della Casa delle libertà. Il protocollo non prevede nemmeno una misura sfavorevole ai lavoratori/pensionati ma solo miglioramenti. Magari non è ambizioso come si vorrebbe (Vedi la Seconda cosa) ma, personalmente, sono convinto che date le attuali condizioni di bilancio pubblico non si potesse fare di più (E pensa se ci fosse stato un'altro governo, magari quello della riforma Maroni).

Mi scuso per la lunghezza e la pignoleria. Con la speranza che la discussione continui, saluto.

P.S. Dopo l'ennesimo post ci tengo a specificare che non sono un "bastian contrario" :-D

f_fiac ha detto...

Ciao Marco,

riparto dalle conclusioni del tuo ultimo intervento.
"Il sindacato è (aggiungo io, dovrebbe essere) indipendente dalle forze politiche". Appunto. Giustissimo.
Le critiche contenute nel documento del Comitato Centrale della FIOM sono tutte nel merito e trovo curioso che si accusi la FIOM di "buttarla in politica", proprio da parte di chi (mi riferisco non tanto a te, ma alla gran cassa dei mass media) ci ricorda che "votando NO" si indebolisce il governo e si favorisce il ritorno di Berlusconi. Tuttavia il protocollo ha anche dei risvolti politici in senso stretto, che è opportuno considerare (per lo meno singolarmente e non come sindacto o RSU), ma su questo tornerò più avanti.

Mi chiedi cosa io intenda per redistribuzione del reddito.
Molto schematicamente - sììì, mi sa che sono uno schematico! - si può dire che la richezza prodotta da una società sia ripartita X% al capitale e (100-X)% al lavoro. Redistribuire, per me, vuol dire che a prescindere dalla grandezza della torta X deve diminuire e 100-X aumentare. E questo secondo me non accade (proprio perchè c'è uno stretto vincolo rispetto agli equilibri finanziari già programmati) in questa riforma. Certo, in senso lato, è una valutazione politica; tutte le scelte - eliminate le sterili polemiche partitiche - sono politiche.

Detto questo, tornando al punto 2, riconosco (come avevo già fatto nel mio precente commento) che in se l'aumento delle pensioni e il miglioramento del sistema di indicizzazione è un "piuttosto". Ma oltre alle misure "neutre" ce ne sono anche di puramente in perdita come la decontribuzione degli straordinari, che oltre ad essere un arretramento sul piano delle risorse (una redistribuzione al contrario) è anche un vantaggio nel controllo dell'orario e quindi un maggiore potere all'imprenditore.

Ed infine, non è vero che la legge Maroni sia "in ogni aspetto" migliore della proposta attuale (ma non è che ci sia qualche pregiudizio politico?)
Anche tralasciando gli aspetti che rimangono invariati, ricordo che con la legge Maroni:
- chi va in pensione dopo il 2013 con il sistema retributivo (o misto) guadagna un anno.
- sugli straordinari il datore di lavoro paga più contributi ed arrivavano più soldi all'INPS.
- chi va in pensione di vecchiaia può andarci il giorno dopo aver compiuto gli anni necessari.

Spero che il dibattito coinvolga anche altri colleghi e lettori.

Saluti a tutti.
Francesco

Anonimo ha detto...

Cari bloggers,
vedo che il dibattito "ristagna" dopo una discussione nella quale i partecipanti (almeno 2) hanno dimostrato di conoscere abbastanza bene la materia.
Solo qualche considerazione in ordine sparso, visto che fino ad adesso non sono state necessarie osservazioni di carattere tecnico.
Gli scaloni interessano una minoranza: vero, ma è la stessa minoranza che si beccò fra i denti la riforma Dini e che si vide spostato in là il "paletto" fino a 5 anni. ... e per molti di questi signori o non cambia nulla o peggiora ... mentre per qualcuno migliora. Voglio ricordare che ai tempi della riforma Dini la maggioranza dei lavoratori metalmeccanici votò contro tale riforma e, allora, la FIOM-CGIL non emise neppure un giudizio così chiaro come questa volta.
Per quanto riguarda i giovani, ovvero quelli che saranno soggetti al sistema contributivo, il discorso và certamente al di là del protocollo Prodi (che comunque si ispira all'antica politica dei 2 tempi: intanto decido che entro il 2010 riduco i coefficienti e poi vedremo se la commissione istituita sarà capace di introdurre criteri capaci di garantire una pensione che sia almeno il 60% dell'ultimo stipendio), ma è proprio questo il problema: gli interventi sul mercato del lavoro non riducono la precarietà, il sistema previdenziale pubblico sommato a quello complementare (Fondi Pensione) non garantisce assolutamente una pensione da sopravvivenza e intanto, nella migliore delle ipotesi, si ragiona su una pensione pari al 60% dell'ultimo stipendio.
Anche la parte del protocollo che si occupa dei contratti a termine e dello staff leasing non è soddisfacente: siamo alla conferma della legge del governo
precedente sempre osteggiata dalla Cgil; ciò che viene confermato e per certi aspetti peggiorato non è soltanto la possibilità di proroga oltre i 36 mesi, ma l’assenza di causali specifiche per attivare rapporti di lavoro a tempo determinato. In questo modo il Lavoro Interinale ed il Contratto a Termine mantengono la stessa causale “esigenze tecnico,
produttive, organizzative o sostitutive” che sono cumulabili nel tempo.
Sulla contrattazione l’eliminazione della sovracontribuzione per il lavoro straordinario costituisce un preoccupante incentivo all’aumento dell’orario di lavoro, mentre la
detassazione del salario aziendale totalmente variabile indebolisce la contrattazione collettiva e, in particolare, il contratto nazionale.
Faccio inoltre notare che, per quanto riguarda il lavori usuranti, il vincolo di un numero minimo di 5000 può addirittura apparire come anti-costituzionale: e se ce ne fossero, per dire, 5010, ai 10 in esubero cosa gli diciamo? E se ce ne fossero 5400, ai 400 in esubero cosa gli raccontiamo?
Il sindacato non solo è autonomo: a mio avviso deve essere indipendente e deve giudicare i governi in base al loro programma e ai loro comportamenti.
Concludo con 3 domande chiedendo scusa per lo sfogo.
Possibile che per salvare l'Italia non ci sia altro da fare che intervenire sulle Pensioni?
Possibile che l'INPS sia in difficoltà perché ha dovuto assorbire casse previdenziali in perdita come quella dei Dirigenti d'Azienda e a pagare debbano essere sempre i lavoratori dipendenti che già pagano tutte le tasse fino all'ultimo quattrino?
Possibile che ogni giorno gli imprenditori ci spiegano che dobbiamo accettare una buona uscita e metterci sul mercato del lavoro a 50 anni (e IBM in questo sport eccelle), ovvero che siamo da rottamare, e quando parlano di previdenza dicono che è inconcepibile non alzare, e di tanto, l'età pensionabile?

Anonimo ha detto...

Un popolo di Poeti, di Artisti, di Eroi, di Santi, di Pensatori, di Scienziati, di Navigatori, di
Trasmigratori”: così recita la grande scritta fatta incidere da Benito Mussolini nel 1940 sul
prospetto dell’imponente Palazzo della Civiltà italiana all’E.U.R. di Roma, al fine di esaltare e
declamare al mondo intero le nostrane italiche virtù. Peccato che il Duce avesse omesso di far
incidere, forse ancora per inconsapevolezza, anche quella che potrebbe essere considerata
la maggiore delle caratteristiche di noi Italiani: la spiccata attitudine all’incoerenza e al paradosso.
Di esempi concreti di codeste nostre latenti ed intrinseche peculiarità potrebbero esserne citati a decine, e a decine sicuramente capitano a ciascuno di noi nella nostra quotidiana vita sociale o lavorativa. Se a ciò aggiungiamo il provincialismo più bieco eccoci di fronte alle stupende leggi che vengono partorite ogni giorno.

Potrei andare avanti all’infinito parlando di pensioni, ma mi limito al fatto di dire che, il paradosso sta nel fatto che nessuno, dico nessuno, fino a quando non andrà in pensione avrà qualche tipo di certezza, visto le dinamiche che ci sono state in tale campo negli ultimi anni. Si potrebbe anche parlare di paradossi nel campo dell’evasione fiscale, d’indulto, di delinquenza, d’immigrazione, di lavoro, di IBM…. Ma il paradosso prevale su tutto. Io non so se l'erba campa e il cavallo cresce, ma bisogna avere fiducia e speranza dicono i nostri governanti, ma chi vive sperando muore ca……

f_fiac ha detto...

Ritorno per intervenire sul piano della polemica politica in senso più stretto.

Come già detto, si accusa chi intende votare NO di "buttarla in politica", salvo poi ricattare sulla base di una minaccia di ritorno del centrodestra: e questa non è buttarla in politica?

In ogni caso, poichè l'accordo ha una valenza sindacale ma anche politica, non penso sia sbagliato fare anche delle valutazioni
politiche (almeno come cittadino votante). In questo ambito il giudizio sul protocollo è ancora più semplice: il governo sta disattendendo ciò che aveva promesso nel programma elettorale condiviso da tutte le forze costituenti l'Unione. Si leggeva...

"Per noi la forma normale di occupazione è il lavoro a tempo indeterminato,"


"Proponiamo che le tipologie di lavoro flessibile siano numericamente contenute e cancellate quelle più precarizzanti: ad esempio il job on call, lo staff leasing e il contratto di inserimento."

"Oltre al superamento della legge "Maroni", noi puntiamo..."

"- eliminare l’inaccettabile “gradino” e la riduzione del numero delle finestre che innalzano bruscamente e in modo del tutto iniquo l’età pensionabile, come prevede per il 2008 la legge approvata dalla maggioranza di centrodestra;"

E allora un NO al protocollo vuol dire anche richiamare il governo alle proprie responsabilità. E a chi dice che un No indebolirebbe il governo, eventualmente fino alla caduta, rispondo che è il governo (o le componenti centriste) che indebolisce se stesso non rispettando gli impegni presi con gli elettori. Provocatoriamente si vogliono far passare certe richieste come richieste estremiste della sinistra cosiddetta "radicale" quando invece erano state sottoscritte da tutti, per crearsi un alibi per e far ricadere sulla sinistra la responsabilità di una caduta del governo! No, deve essere chiaro che se il governo dovesse cadere la colpa sarebbe tutta dei settori di centro vicini alla Confindustria che impediscono l'attuazione del programma e vorrebbero "la nuova stagione".

Buon voto a tutti.

ciao Francesco

Anonimo ha detto...

Finalmente una parola chiara sull'argomento !!

Anonimo ha detto...

A me pare che il problema delle pensioni sia tutto politico. E solo politico.
Se non ho capito male l'obbiettivo vero è quello di spostare l'età della pensione a 70 anni. E la pensione deve essere calcolata solo in base ai contributi versati dal lavoratore nel corso della sua vita. In pratica si tratta di adottare in Italia, e in Europa il modello vigente negli USA.
Non ha caso chi ha definito l'obbiettivo è il FMI e la Banca Mondiale.
In questo senso, e solo con questa prospettiva, si può comprendere come mai è almeno dal 1992 che la "riforma" delle pensioni sia al centro della discussione politica.
Purtroppo la "competizione" tra destra e sinistra in Italia si limita ad una sorta di gara tra chi riesce a tagliare per primo il traguardo e chi invece vuole raggiungere lo stesso risultato ma con un basso tasso di conflittualità sociale.
Vogliamo scommettere che, nemmeno dopo il referendum ed il varo della "legge Prodi" il dibattito si chiuderà ? Le pensioni saranno ancora oggetto delle "attenzioni " di chi governerà, chiunque esso sia. Almeno sino a quando FMI e Banca Mondiale lo pretenderanno.

Anonimo ha detto...

Se nel complesso si avranno intorno al 70%/80% di favorevoli,vorrà dire che c'è un realismo politico e sindacale di molto superiore ad alcune frange più distanti dall'intera realtà sociale nella quale viviamo.

Tra l'altro sarebbe stato interessante vedere, aziendalmente, cosa avrebbe prodotto un voto sull'ipotesi di PdR presentato dall'azienda.

Spero questo serva anche al Coordinamento nazionale Rsu IBM, nel quale gran parte degli eletti è della Fiom (Che si era espressa per il NO), per riflettere sull'opportunità di modificare un'atteggiamento sindacale che non stà producendo alcun risultato di rilievo. E lasciatemi anche dire che l'IBM non è Mirafiori o l'Iveco.

Se poi adesso vogliamo iniziare una querelle seminando dubbi sulla legittimità del voto, su presunti brogli, sui poteri forti, sulla "sudditanza psicologica", facciamo pure.

Riflettete gente riflettete.

Anonimo ha detto...

Caro Marco,
intanto posso preannunciarti che nelle 3 grandi sedi di IBM sono prevalsi i no al protocollo firmato da Governo e Sindacati: forse che in IBM non c'è un realismo politico e sindacale di molto superiore ad alcune frange più distanti dall'intera realtà sociale nella quale viviamo?
E' possibile che in tutta la categoria dei metalmeccanici prevalgano i no e ti posso assicurare che, fra i metalmeccanici, non ci sono solo i lavoratori di FIAT o IVECO, ma, appunto, anche di molte aziende del settore dell'informatica.
Per quanto riguarda l'ipotesi di Premio di Risultato presentata da IBM, ho già avuto modo di risponderti in un'altra parte di questo blog e ti confermo che il referendum non è una clava; la piattaforma consta di 7 punti: si può mediare tutto quello che si vuole, ma non si può tornare a casa con 30 € medi di incremento mensile e, su tutto il resto, abbozzare.
Può darsi che i comportamenti del sindacato e del Coordinamento non corrispondano alle tue opinioni, ma attribuire unicamente ad essi la responsabilità di non aver raggiunto risultati di rilievo mi sembra quanto meno ingeneroso. Forse anche i lavoratori di IBM dovrebbe interrogarsi sulle loro responsabilità rispetto ai risultati di questa vertenza e, forse, dovrebbero darsi anche qualche risposta.
... o vogliamo partire dal presupposto che IBM ha sempre ragione, è sempre la più forte e quindi i suoi dipendenti o stanno zitti o portano a casa le briciole che BIG BLUE concede?
Quanto ai brogli e a chi dice che ce ne sono stati: io ed altri Rappresentanti Sindacali abbiamo garantito a tutti i colleghi il diritto di voto e quindi non pensiamo certo che il referendum sia una truffa.
... a proposito: ti ricordo che è grazie alle battaglie politiche della FIOM-CGIL che si fanno i referendum (un tempo CGIL-CISL-UIL firmavano gli accordi e, al massimo, si facevano le assemblee).

Rifletti, caro Marco, rifletti.

Anonimo ha detto...

Gentile Alfio,

se la matematica non è un'opinione ti prego di voler considerare le seguenti cifre:

Per la sede di Roma sul rinnovo del contratto aziendale si era espresso il 56 % degli aventi diritto ed era stata approvata con il 98 % e ad essere precisi significava che:

si era esplicitamente espresso per l’approvazione il 55% per la bocciatura l’1% e che il 45% non si è espresso.

Per la sede di Roma sull’approvazione del protocollo si è espresso il 29% degli aventi diritto ed è stata bocciata dal 60% e ad essere precisi significa che:

si è esplicitamente espresso per la bocciatura il 17% per l’approvazione il 12% e che il 71% non si è espresso.

Quest’ultimo dato va anche letto alla luce delle azioni per il no che erano state intraprese (In particolare per la sede romana ci sono state affissioni in bacheca, volantinaggio alla mensa e un’assemblea con la segretaria romana della fiom).

Tutto ciò significa che oggi, almeno per la sede romana, i 13 rappresentati Fiom ed i 7 Slai Cobas (Tra l’altro anche loro schierati per il no) non rappresentano il pensiero dei lavoratori sul protocollo del welfare.

Dopo una tale batosta sarebbe opportuno dimettersi dall’incarico, si direbbe in politica.
Un cambio di atteggiamento sarebbe per me già sufficiente.

P.S.
E comunque, Alfio, risultati distanti anni luce rispetto allla bocciatura ed alla partecipazione di alcune fabbriche. Ripeto non siamo alla Fiat od alla Iveco.

f_fiac ha detto...

Marco,
solitamente (e sbagliando secondo me) si tende a sommare i NO con il non voto, tu addirittura vorresti sommare il Sì (la posizione opposta a quella espressa dalla RSU - in questo caso) con il non voto.
Questo ragionamento potrebbe essere fatto se fosse stata la RSU (o chi era contrario) a indire il referendum, ma questo è stato indetto da CGIL-CISL-UIL non dalla FIOM o dalla RSU!

Allora io leggo il dato così: solo il 12% dei dipendenti IBM della sede di Roma ha approvato l'accordo.

Quanto ai dati hai ragione nel dire che la partecipazione è distante da quella delle grandi fabbriche, ma i risultati mi sembrano in linea con il risultato complessivo tra i metalmeccanici.

Sulla questione dei brogli.
Anche se il rigore delle procedure di voto non è lo stesso che si ha nelle consultazioni politiche (specialmente nei seggi volanti fuori
dai luoghi di lavoro), il voto si è svolto democraticamente e regolarmente ed il risultato deve essere accettato per quello che è.
Screditare la consultazione referendaria sugli accordi sindacali (una metodologia fortemente voluta dalla FIOM)
strumentalmente per piccoli giochi politici è un grave errore.

Anonimo ha detto...

Caro f_fiac

ti assicuro di non aver sommato i favorevoli agli astenuti. Ho solamente voluto mettere in evidenza che dopo tutte le azioni svolte dal sindacato (le trovi nella mia precedente) per sollecitare l'espressione di un no al protocollo, si è avuto un riscontro di no pari al 17% degli aventi diritto il 60 % dei votanti.

Invece di continuare a difendere e polemizzare faccia il sindacato IBM una riflessione sul fatto che:

il 12% degli aventi diritto 40% dei votanti si è detto a favore... il sindacato è stato rappresentativo anche di questi?

Il 71% degli aventi diritto non si è espresso... il sindacato sceglie bene le sue lotte ?

Poi possiamo continuare a parlare quanto volete ma data la posizione che il sindacato aveva assunto ...il risultato è "sicuramente" una BOCCIATURA.

Necessitano modifiche nell'atteggiamento e nelle posizioni.

P.S.
Anche io sono contrario a richiamare brogli e mancanze e proprio in quel senso mi ero espresso.

aibiemer ha detto...

cari Non solo AIBIEMERS,
sul sito delle RSU Vime c'è una richiesta di sondaggio sui prossimi passi da fare. C'è anche una scadenza, il 15 ottobre.
Se clicco sul link, finisco nel sito dell'UNI, l'org sulla quale ci si è appoggiati per la protesta virtuale di SL. La scelta è su tre opzioni:
1. organizzare altre attività su SL
2. tornare a metodi tradizionali come lo sciopero reale
3. esprimere una ulteriore idea.
... Ma perchè entro il 15 ottobre?

Comunque, fatemi fare alcune considerazioni in merito alle tre scelte, perchè non sono sicuro di avere capito bene dove si vuole andare a parare:

1. alcuni periodici americani hanno cominciato a mettere in discussione i dati relativi alle presenze nel mondo virtuale di SL - la notizia è ripresa anche su la Repubblica.it - In sintesi, sembra che SL sia in effetti un fenomeno che ottiene la sua dignità mediatica solo attraverso la stampa. Per quanto riguarda la protesta virtuale IBM, l'evento non ha raggiunto poi i picchi di interesse auspicati dagli organizzatori. Se si esclude l'eco regalata dalla stampa al primo "sciopero virtuale", mi sembra che IBM non abbia reagito se non, in modo un po' caustico, con un trafiletto del Times in cui, scusate la traduzione (forse non perfetta), si legge "...questo è un Avatar di un dipendente IBM Italia che picchetta il Corporate Campus su SL per questioni legate al salario. Come qualcuno, CHE NON ESISTE, si aspetti di esercitare una qualche influenza facendo picchetti in un posto, CHE NON ESISTE, sinceramente non è proprio chiaro." e chiude dicendo "In ogni caso, ricorda gli anni 70, età d'oro delle azioni sindacali".

2. il 27/9 non ci sono stati tanti dipendenti, sotto l'acqua, fuori dai cancelli per reclamare il contratto integrativo a supporto dell'azione virtuale fatta su SL. e anche a maggio, nello sciopero organizzato dopo la prima interruzione delle trattative, questo stesso blog aveva registrato commenti delusi relativi ad una scarsa partecipazione.

3. nell'incontro di fine luglio, IBM sembrava essere disponibile a spostare sullo stipendio fisso più o meno quanto pagato come PDR negli ultimi anni, a fare un accordo per un PDR minore dell'attuale e soprattutto variabile, e ad aumentare i contributi pagati alla CADGI sebbene correlandola all'eliminazione della copertura medica dei neoassunti al momento in cui essi accedessero alla pensione.
Il sindacato non ha gradito la proposta, soprattutto (mi pare) la parte relativa al PDR, e non ha firmato il nuovo accordo.
Va da sè che la società, come è poi apparso nei BB aziendali, in questo modo ha potuto esercitare quanto previsto dall'accordo istitutivo e quindi disdettarlo alla sua scadenza.

Io non so come la pensino tutti (sebbene immagino che molti se ne freghino e accettino gli eventi in modo passivo) ma è per questo che vorrei scatenare una riflessione.
Non posso però farvi notare che, benché non mi stia proprio simpatico, mi sembra di sentire Nanni Moretti che dice: "Andiamo avanti così, facciamoci del male."

Cari saluti.

Anonimo ha detto...

Ciao aibiemer,

è lasciatemi dire meno male mi sembrava di essere il solo a richiedere una modifica dell'atteggiamento sindacale.

Tra l'altro trovo giustissimo il rilievo fatto "sebbene immagino che molti se ne freghino e accettino gli eventi in modo passivo", ricordo infatti che all'estremamente pubblicizzato referendum sul welfare i lavoratori che hanno partecipato sono stati il 30%.

Il 15-16 Ottobre c'è una riunione del coordinamento nazionale, per favore discutete dei risultati ottenuti (scarsi se non nulli) del seguito che ottenete in azienda (poco tranne quando fate le letterine all'AD e gli inutili scioperi su SL) delle richieste per la trattativa aziendale (insupportabili in queste condizioni) della proposta IBM sul PdR da voi non gradita ma apprezzata da molti lavoratori, della necessità di svecchiare i quadri sindacali in azienda (pochi giovani e troppe persone legate a vecchi modi di fare sindacato). Dovete cambiare non ci state portando da nessuna parte.

RSU IBM Segrate - Milano ha detto...

Caro Aibiemer,
grazie del contributo al dibattito, inviatiamo, però, a discutere dell'argomento proposto nell'articolo (il referendum sul welfare).

Caro Marco,
per quanto riguarda la partecipazione al referendum in IBM, ricordiamo che non sono state le RSU IBM ad indire il referendum. E per quanto riguarda la RSU di Segrate, ci siamo limitati ad esprimere un giudizio negativo. Lo stesso giudizio che ha avuto la maggioranza dei dipendenti IBM che ha votato.

Per gli altri argomenti riapriremo il dibattito con altri post.

Un saluto a tutti.

Anonimo ha detto...

Caro Marco,
che la propsta di IBM sia stata sgradita solo al Coordinamento e gradita da molti lavoratori è una tua opinione: io la rispetto, ma non è assolutamente suffragata da nessun fatto. Potrei facilmente dimostrarti che ci sono anche molti lavoratori che sono d'accordo con il Coordinamento.

Per quanto riguarda lo svecchiamento dei quadri sindacali: non chiedo di meglio. NESSUNO HA MAI IMPEDITO A NESSUNO DI CANDIDARSI.

Come dice una vechia canzone: la libertà è partecipazione e quindi invito tutti a candidarsi per mandare a casa quei 4 vecchi trinariciuti che non sono rappresentativi dei loro colleghi.

Grazie e arrivederci.

Anonimo ha detto...

Caro Marco,
il problema e lo svecchiamento del sindacato in IBM ?.....credo che nel tuo ragionamento manca la consapevolezza e l'umiltà di ammettere che 'obiettivo e' quello di sempre: migliorare le condizioni economiche di salute e di sicurezza dei lavoratori, creare una coscienza individuale solida per costruire quella collettiva
Un percorso che ha coninvolto oltre sette milioni di lavoratori, nell'autunno del "69" impeganti nella rivendicazione dei propri diritti, furono soddisfatte molte delle richieste come la riduzione dell'orario di lavoro a 40 ore settimanali,gli aumenti salariali il diritto di assemblea ecc...alcuni principi fondamentali contenuti nello "Statuto dei lavoratori del 1970" quello che ancora oggi tutela i diritti dei lavoratori.
Oggi,il nuovo sistema che regola il mercato del lavoro annulla valori, diritti,indebolisce il benessere colletivo della societa' e afferma la possibilita' di contrattare individualmente, a caro prezzo,le proprie condizioni economiche.
Le generazioni non si dividono ma si confrontano se vogliono migliorare lo stato sociale del paese.