Attenti agli scalini!
Vieni a parlarne in assemblea il primo Ottobre dalle 9.30 alle 11.30 presso la mensa della sede di Segrate.
Gli aspetti positivi possono essere così riassunti:
- la rivalutazione delle pensioni il cui valore sarà fino a 5 volte il trattamento minimo, sarà indicizzata al 100% anzichè al 90%;
- aumento delle pensioni più basse (fino ad una volta e mezzo il trattamento minimo) tenendo conto anche dell'effettiva anzianità contributiva;
- sarà migliorato il sistema di totalizzazione dell'anzianità contributiva per i lavoratori con carriere discontinue e per chi ha necessità di ricongiungere contributi di natura diversa; sarà inoltre reso meno oneroso il riscatto della laurea.
Tutto quanto sopra sarà finanziato utilizzando il maggior gettito fiscale, ovvero utilizzando 1 miliardo dei 10 che costituiscono il cosiddetto "tesoretto".
E poi? e poi cominciano i dolori.
Contrariamnete a quanto promesso dal programma di governo, il famoso "scalone Maroni" non viene eliminato, ma viene diluito in più scalini. Rispetto alla riforma Maroni la situazione migliora solo per chi accederà al trattamento pensionistico in occasione delle finestre di gennaio 2008, gennaio 2009 e gennaio 2010, mentre negli altri casi rimane invariata per peggiorare decisamente dal 2013.
Considerando l'incremento dei contributi a carico dei parasubordinati e quello già effettuato nella scorsa finanziaria a carico dei lavoratori dipendenti (0,30%) che potrebbero subirne un ulteriore (0,09%) nel 2011, si può sostanzialmente dire che l'intesa sulla revisione dello "scalone" avviene a "costo zero": tutti gli interventi sono finanziati all'interno dello stesso sistema previdenziale. E comunque a tendere le condizioni sono peggiorative.
Per quanto riguarda le "finestre" di accesso alla pensione, il protocollo prevede la reintroduzione delle due finestre abolite dalla riforma Maroni, in modo da riportarle a quattro all'anno, alla sola ed esclusiva condizione che le medesime finestre siano introdotte anche per le pensioni di vecchiaia (per le quali attualmente non sono previste finestre).
In sintesi, si potrebbe aspettare fino a 6 mesi prima di percepire la pensione!
Per chi è soggetto a sistema contributivo, ferma restando una commissione che dovrebbe studiare un nuovo sistema in grado di garantire una pensione pari almeno al 60% dell'ultima retribuzione, è prevista una pesante riduzione tra il 6 e l'8% dei coefficienti di trasformazione utilizzati per il calcolo dell'ammontare della pensione. Inoltre è prevista la ridefinizione (verosimilmente al ribasso) degli stessi ogni 3 anni per decreto governativo.
Sul fronte del mercato del lavoro aumenteranno i contributi previdenziali a carico dei collaboratori a progetto; i contratti a tempo determinato non saranno più subordinati a cause precise e potranno essere rinnovati praticamente a piacere; il lavoro somministrato (interinale) non è neppure menzionato e rimane quindi inaltertato, così come lo "staff leasing" che, nonostante le promesse del governo, non viene abrogato.
In ultima analisi rimane in piedi tutto l'impianto della Legge 30 che favorisce la precarietà a vita per i giovani.
Rispetto al tema della contrattazione aziendale e della competitività, il protocollo abroga la maggior contribuzione a carico degli imprenditori per gli straordinari (favorendone così l'utilizzo) e, contestualmente, rafforza la decontribuzione della retribuzione totalmente variabile contrattata in azienda (Premio di Risultato), indebolendo, così, il valore della contrattazione collettiva nazionale.
Vale la pena di ricordare, inoltre, che queste due misure contribuiscono a ridurre le entrate dell'INPS. Ma non avevano detto che i conti dell'INPS erano messi male?