venerdì 30 maggio 2008

Interrotte le trattative sulle prospettive occupazionali e di sviluppo nelle sedi IBM "periferiche"

Giovedì scorso 22 Maggio si è svolto in Assolombarda l'incontro tra azienda e rappresentanze sindacali sul tema della presenza di IBM nelle sedi territoriali.
La riunione era stata preceduta dalla presentazione, da parte delle RSU, di un documento elaborato e discusso nelle assemblee con i lavoratori che, all'interno di una visione generale del problema, indicava proposte articolate sede per sede.
Il Coordinamento delle RSU IBM Italia e i dirigenti nazionali delle OO.SS. dopo aver espresso la loro preoccupazione per il continuo e costante impoverimento della presenza commerciale e della conseguente minore possibilità di crescita professionale che impattano sia le sedi territoriali che i poli maggiori, hanno dovuto prendere atto della indisponibilità della IBM Italia, ad un confronto serio e responsabile con i lavoratori, che puntasse ad un potenziamento dell'azione di IBM nel territorio nazionale.

Di fronte a questa ostinata posizione dell'azienda e alla distanza siderale che separava le posizioni non ci è sembrato dignitoso attendere che il gallo cantasse. La cosa più corretta, nonché unica opzione percorribile, è stata quella di dichiarare interrotta la trattativa su questo punto. Restano, e purtroppo ce ne rendiamo conto in misura sicuramente maggiore rispetto alla controparte aziendale, altri punti forse altrettanto importanti, all’interno della lista dei punti di rivendicazione, che non possono essere discussi.

E’ giunto il momento in cui i lavoratori decidano se e come dare un forte segnale alla Direzione che spinga ad una riapertura della trattativa su un piano di maggior rispetto nei confronti dei lavoratori, trattati più forse come numeri e libri matricola da smistare a seconda delle necessità che non persone con un volto, una storia, un valore personale.

39 commenti:

gianni ha detto...

Purtroppo questo da parte Aziendale è solo l'atto finale di una strategia che parte da lontano e che dimostra due punti importanti :
le decisioni ormai sono sempre di piu prese dalla Corporation anche su questioni e temi strettamente locali , intendo le country, e poi purtroppo il disinteresse dei colleghi a partecipare a qualsivoglia iniziativa.
In tanti anni purtroppo non si è mai riusciti a far valere un coinvolgimento degno di questo nome.
Forse forse l'unica cosa è stata la raccolta firme dove mi pare 1400 colleghi hanno apposto nome e cognome e una firma per una petizione al Direttore Generale. Altre forme tipicamente virtuali e quindi non controllabili , possono essere forse il futuro , ma attualmente non mi pare abbiano prodotto molti risultati.
La chiave di volta sara solo se si riesce a far prendere coscienza di ''gruppo'' , chiamasi sindacato o un gruppo di colleghi poco importa, alla maggior parte dei colleghi appunto.
La vedo complicata pero, e mi spiace molto , da soli si è sempre deboli anche se piace pensare che da soli si è piu ''furbi'' e si ottiene di piu.
E' solo egoismo gretto e miope.
ciao a tutti

Anonimo ha detto...

Davvero triste arrivare al primo commento dopo 11 giorni dal post..io metto il secondo e mi chiedo davvero che cosa pensino i miei colleghi , sembra che neanche il loro stesso interesse gli importi,quando avvengono queste cose sembra sempre che stiano avvenendo da un altra parte del mondo e che le leggiamo solo sul giornale.
Mi metto anch'io nel gruppo,qualche volta ho fatto sciopero e qualche volta no,pero' ho colleghi a cui ho dovuto spiegare la differenza fra superminimo assorbibile e non assorbibile che non sanno neanche come e' fatto il loro stipendio

Anonimo ha detto...

Gianni, nonostante abbia molto spesso idee contrastanti da quelle delle rappresentanze sindacali, concordo con te e deprimente la poca partecipazione dei nostri colleghi...
Mi piacerebbe confrontare le mie idee con quelle della rsu, con quelle dei colleghi vorrei avere qualche froma di discussione.
Ma il silenzio assordante di queste pagine e del luogo di lavoro, per quello che concerne tematiche sindacali/lavorative, toglie qualsiasi voglia od entusiasmo.
Comunque è così può non piacere ma bisogna prenderne atto.

Per quanto riguarda la tematica specifica del post, ovvero le sedi IBM periferiche, desidero condividere la mia opinione almeno con te.

L'attuale mercato, il posizionamento dell'offerta commerciale IBM, in tutti i sui segmenti di prodotto, ed ancor più in considerazione delle tariffe Servizi non lascia secondo me scampo. La sede periferica è solamente un costo, un retaggio del passato un'anomalia.

Nel nuovo modello integrato/globalizzato, che piaccia o no, non c'è posto per le sedi periferiche. ed Onestamente vedo difficile rinvigorire la già flebile partecipazione dei colleghi su questa tematica. Si chiede la mobilitazione quando la STRagrande maggioranza dei lavoratori sono a Roma o Milano e qualche altra sede maggiore (per esempio Torino) di quelle più piccole non importa nulla a nessuno. Io nel mio lavoro (vendite) non ho pressocchè mai a che fare con loro, e la maggior parte dei colleghi quando se ne parla li indica come lavoratori con grande anzianità imboscati ed in attesa di un'offerta quando chiuderanno la sede.

Sò che quello che ho appena detto è forte, cattivo ed antipatico... ma tant'è. E' sicuramente corretto non condividerlo ma se parli con i colleghi in maniera non ufficiale è quello che pensano.

Saluti.

Anonimo ha detto...

Rispondo a tuttie due in particolare a Marco , si io sono in una sede periferica , e non sono d'accordo e ti spiego i motivi.
Se vogliamo che IBM segua veramente e solo i 60/100 top Customers Italiani , allora discorso chiuso , lo si puo fare centralmente senza dubbio. Ma quale Azienda Globale puo giustificare la sua presenza in una country seguendo cosi pochi clienti ? e poi con quante persone dirette ? Italia è una nazione che sta in piedi solo per le PMI , che da sole valgono il 75/80 % del prodooto interno lordo.
Quindi se cosi è , tanto vale dirlo chiaramente fare questa scelta dolorosa e miope.
Ma pare che anche a livello WW non sia cosi , anzi vi è una grande aspettativa sulle PMI , nel mondo badate ! Allora la verita come sempre sta nel mezzo :
sicuramente l'input centrale vorrebbe avere la piu alta platea di clienti ma con il minor numero di dipendenti , e il management locale invece non ha progetti a lungo termine o di iniziative '' pericolose'' che contrastano con le direttive WW, e quindi vivono alla giornata , quarter dopo quarter .
Le periferie sono i presidi nel territorio , pensare che si puo fare al telefono , via Internet o solo con Agenti , vuol dire non conoscere proprio la realta industriale italiana , e non solo le PMI.

Anonimo ha detto...

Buongiorno,

anonimo, sono d'accordo con te sull'analisi del mercato, è vero che le PMI rappresentano la maggior parte del PIL italiano ma questo dato deve essere poi mappato con l'offerta che IBM propone, ovvero io copro le sedi periferiche non perchè il mercato è fatto dalla maggior parte di PMI ma copro le sedi periferiche perchè la mia offerta è dedicata alle PMI.

Ne consegue che coprire le PMI con sedi periferiche quando non hai un'offerta a loro rivolta è solo uno spreco di risorse.

Nella mia precedente avevo, infatti, specificato che l'offerta di IBM sia a livello di prodotto che di Servizi non è assolutamente adeguata alle PMI e se non sei convinto vai a vedere i risultati del "sector" SMB dove, per essere comunque considerati, richiedono ordini annuali nella misura dei 500K €.

Allora le opzioni sono poche.... direi tre.
1) La Corporate dichiara una strategia per le PMI e le sedi periferiche si fasano su questa. (Improbabile)
2) La Country sviluppa delle soluzioni innovative specificatamente per il mercato italiano orientato alle PMI (Vedi nel passato il successo storico dell'AS 400) (Improbabile)
3) Le sedi periferiche vengono man mano chiuse perchè non più funzionali all'attuale strategia (Probabile ed aggiungo realistica)

Ma ti prego dimmi, per mia curiosità, oggi voi delle sedi periferiche cosa vendete ai clienti diciamo "locali" perchè a parte i servizi di supporto, amministrativi od anche di parti dello sviluppo prodotti che comunque possono essere tutti centralizzati nelle sedi maggiori con risparmio di costo solo quello che viene "venduto/ricavato" specificatamente dalle sedi locali giustifica la loro presenza.

Anonimo ha detto...

Marco , vero ma se ci rassegnamo a questo andazzo allora è finita ! Intanto ci sono ancora le ACG che veicolate dai BP portano poco oggi , mentre supportate a dovere darebbero ben di piu e gli esempi non mancano , poi mi pare si parli solo di servizi mentre il mondo IBM è piu complesso come catalogo.
E infine secondo te centralmente si puo dare la stessa assistenza e sviluppo che localmente ? Se aziende tipo Symantech o Microsoft o Accenture e anche Engeneering aprono nuove filiali , chi è che sbaglia ? Ricordati che IBM diceva nel passato che i pc non avrebbero mai sostituito i mainframe , abbiamo visto come stava andando a finire.
Gli oracoli non sono piu di moda ormai da secoli ! Se in America abbiamo oracoli del genere , allora il management locale a cosa serve , solo a dire sempre di si !
Se è cosi allora si che siamo finiti in periferia , ma è finita anche una grande parte del business IBM in Italia

Mari ha detto...

In passato quando IBM ha chiuso delle sedi si è sempre visto nel periodo successivo una perdita del mercato e un gran affannarsi, da parte di chi rimaneva a presidiare il territorio, per tenere buoni quei clienti che si era riusciti a non perdere. Naturalmente su questi colleghi è aumentato il peso dell'apparato burocratico IBM che è diventato sempre meno di aiuto per chi deve vendere. Cosicchè la scelta di chiudere le sedi periferiche si è sempre dimostrata perdente sotto il profilo del business e invece una mera scorciatoia per tagliare dei costi in periodi di emergenza e per tener buono "qualcuno" facendo vedere che si stava facendo qualcosa

Anonimo ha detto...

Gentile Anonimo,

cercherò di rispondere alla tua ultima sciorinando qualche fatto.

1)
Non parlo solo di servizi, per i quali, anche nelle sedi di Roma e Milano si fà fatica a competere per via del posizionamento commerciale dell'offerta (Lasciami dire tariffe fuori dal mondo per qualsiasi PMI e grave handicap nelle offerte se in competizione, per esempio, con Eng.)

2)
Symantec, in Italia e con una specifico segmento di offerta PMI, ha una sola sede a Milano.
(http://www.symantec.com/it/it/about/profile/contact.jsp)

Microsoft, la quale ha un fortissimo orientamento B2C sia per prodotti che per servizi, ha in Italia tre sedi Milano Roma e Torino (http://www.microsoft.com/italy/info/sedi.mspx)

Accenture, che non vende prodotti ma esclusivamente servizi e con parte dell'offerta indirizzata alle PMI, ha in Italia tre sedi Milano Roma e Torino
(http://www.accenture.com/Countries/Italy/Contact_Us/AccOfficeDirectoryIT.htm#I)

Engeneering, ha si 16 sedi locali, a causa anche delle varie fusioni societarie, ma di certo non ne stà aprendo di nuove anzi. Eppoi lasciami dire che confrontare IBM con Engeneering ha poco senzo.

Come vedi la strategia, almeno delle multinazionali da te citata è chiara.

3)
IBM ha 8 sedi locali escluse Milano roma e Torino, più precisamente Bari Cagliari Firenze Genova Napoli Padova Palermo e Catania, volendo potrei scendere nel dettaglio di ognuna di esse, e se necessario lo farò, per adesso mi limito a dire che il business prodotto nativamente da queste sedi non è assolutamente sufficiente a coprire i costi umani e di struttura necessari al loro mantenimento.

La probabile chiusura ne è solo la naturale conseguenza quello che, secondo me, conviene e battersi per far uscire questo personale il più contento possibile.

Quanto poi all'affermazione di Mari "Cosicchè la scelta di chiudere le sedi periferiche si è sempre dimostrata perdente sotto il profilo del business e invece una mera scorciatoia per tagliare dei costi in periodi di emergenza e per tener buono "qualcuno" facendo vedere che si stava facendo qualcosa"

forse un'analisi del fatturato IBM Italia può far notare che i clienti locali non pesano sul fatturato con lo stesso valore dei "costi" locali. In definitiva un'eventuale chiusura porterebbe si ad una diminuzione del fatturato ma di conseguenza ad un miglioramento dei margini.

Le aziende quotate vedono solo questo.

Chiudo infine in riferimento al potere del management locale. Siamo passati, negli anni, da IBM SEMEA, ad una semplice IMT l'unica autonomia che abbiamo e che essendo una IMT "stand alone" sono stati garantiti dei margini (Pochi) sulle relazioni industriali e (ancora meno) sulla gestione del personale. Le scelte strategiche risiedono in primis negli states ed in secundis a Madrid.. l'Italia ha funzione consultativa.

Saluti a tutti

Unknown ha detto...

la presenza delle periferie IBM continua ad avere una ragion d'essere come presidio di molteplici realta cliente con le quali poter continuare il business ma anche come presidio per nuove attivita sopratutto nell'area della innovazione. Per entrambe e' fondamentale il contributo dei lavoratori a farsi portavoce della esperienza pregressa e di nuove idee per poter generare occasioni di business, per poterle condividere con la azienda e dare nuova forza al ruolo della periferia. Voglio portare la esperienza del laboratorio di Cagliari che dal 1 giugno e' diventato un centro di riferimento per la struttura GTS e STG come laboratorio per la sperimentazione ed implementazioni di soluzioni innovative. L'essere arrivati a questa nuova missione del centro e' stato frutto di una trattativa lunga e difficile, nel quale si e' speriemtnata una comunione di interessi tra i lavoratori e la azienda, a partire dalle conoscenze pregresse del centro che sono state riconosciute come un punto di forza del laboratorio. Si tratta ovviamente di una sfida appena iniziata, con una forte scommessa, ma che rappresenta una strada percorribile per il futuro delle sedi periferiche, in dialogo ed interazione continua con tutte le altre sedi sia periferiche sia centrali. La scommessa sara' soprattutto nel costruire iniziative e progetti di successo e nel cercare di portare il valore delle soluzioni innovative anche verso i clienti locali. Ritengo che nel suo piccolo la iniziativa di cagliari possa essere esemplificativa della forza con la quale si e' voluto tenere vivo il dialogo tra i lavoratori, tra i lavoratori ed il sindacato e dell'aver saputo stabilire un dialogo produttivo con la azienda. Uno dei fattori chiave e' stato mantenere sempre vivo il dialogo (attraverso la mediazione del sindacato) tra tutti lavoratori IBM , sia delle periferie sia delle sedi centrali. Infatti solo attraverso una condivisione costante delle idee la forza rivendicativa puo' essere piu' efficace. Questo a conferma del fatto che con iniziative valide la azienda, il cui scopo e' quello del business, puo' condividere iniziative e scommettere sul futuro dei lavoratori, ovunque essi siano. Un saluto Andrea

Anonimo ha detto...

Vorrei dire la mia sull’argomento riguardo la partecipazione dei colleghi a iniziative e le “periferie”.
I discorsi sollevati riguardo la partecipazione dei colleghi a iniziative di tipo socio-sindacale mi ricordano la storia dei trecento caproni e del beccaio zoppo e orbo.
Ogni caprone era convinto di essere il migliore e di essere lui il fulcro del gregge.
Tutti sappiamo come poi è andata a finire.
Sono anche del parere che la imbecillità è la virtù più democratica, si distribuisce infatti quasi con identiche percentuali a tutte le latitudini a prescindere dal censo, dal sesso e dal clima.
Per quanto riguarda le “periferie” paragonare la IBM a società come Accentur ,Symatec, Microsoft o Eng. Mi sembra un paragone forzato.
La IBM si differenzia da queste per fatturato(innanzi tutto), per tipologia, vastità e qualità di offerta e per cultura sociale (intesa nel senso più completo e ampio del termine).
E’ pur vero che il 70% circa del fatturato IBM è dato da un numero ridotto di grandi clienti, ma per chi ha un po’ di memoria e sa leggere gli andamenti del mercato vede chiaramente che tale fatturato poggia e ha le fondamenta sulla radicazione che IBM ha sul territorio.
Questa radicazione è data dalle sedi locali che partecipano attivamente alla vita politico-sociale del territorio restituendo un immagine vincente che favorisce anche i grandi contratti.
Mi sembra inoltre che la soluzione, come è dimostrato dai volumi di fatturato, di un marketing remoto per le PMI e le PAL si sia rivelato non all’altezza delle aspettative.
Ancora una ultima considerazione : alla luce di quanto dichiarato da IBM, maggior utilizzo del lavoro remoto e maggior penetrazione e presenza nel mercato locale, mi chiedo come si possono conciliare le considerazioni fatte nelle precedenti note ?
Sono convinto, infine, che una possibile chiusura delle periferie da parte IBM equivarrebbe ad una azione non molto dissimile dalla castrazione fisica, sicuramente porterebbe ad un iniziale leggero ingrassamento ma con la conseguenza di eliminare ogni possibilità di crescita e sviluppo futuro.

Anonimo ha detto...

Caro Marco,
purtroppo ciò che scrivi è quello che vogliono far credere in IBM per giustificare una scelta del management.
Io lavoro a Napoli e posso dirti con tutta tranquillità che:
Accenture ha una sede a Napoli.
Hp ha una sede a Napoli.
EDS ha una sede a Napoli.
Engineriing ha una sede a Napoli (Torre Annunziata).
Atos Origin ha una sede a Napoli.
Ti potrei fare altri esempi di importanti aziende IT che hanno sede a Napoli, ma mi limito a queste.
Ovviamente non posso fare riferimento ad altre città perchè nel dettaglio non conosco le sedi dei competitors.
Non credo che queste che ho citato credano che una presenza sul territorio sia inutile, altrimenti avrebbero già chiuso.
Ovviamente non discuto la scelta aziendale, nel caso in cui vogliano chiudere una sede perchè la ritengano non produttiva.

Cordiali Saluti

Anonimo ha detto...

Ottimo Marco,
la tua analisi è in linea con gli obiettivi di management: incrementare l'EPS (i soldini che si distribuiscono alle azioni).

Effettivamente cercate di quantificare quanto produce ciascun gruppo di periferia e confrontatelo con quanto costa alla IBM.

Iniziamo ad eliminare i costi di struttura, come minimo ridurremmo il personale di almeno 9 persone quante sono le figure amministrative che gestiscono le strutture delle sedi. Inoltre l'asset management: sapete quanto costa una struttura di networking con pc connessi alla lan aziendale? Solo di contratti telefonici per una Lan geografica proprietaria si potrebbero risparmiare un bel po' di soldi.

Insomma le prestazioni che riesce ad erogare un lavoratore di una sede periferica, nell'economia aziendale, è molto più costosa di un ragazzotto universitario che si può assumere a 1200 euro mensili a Milano o Roma.

Concludo dicendo inoltre, a quanti sperano nella bontà di IBM di ricevere un pozzo di soldi per andare via che, rispetto alla volta precedente soldi non ce ne sono e quindi credo che si debba provvedere direttamente al taglio di quei rami aziendali che non producono piuttosto che premiarli per andare via. Diciamo una sanatoria come lo stato sta facendo con gli impiegati statali.

Cari colleghi è arrivato il momento di far girare meglio questa azienda, e di smettere di pensare che sia un'azienda statale pronta a nascondere le magagne di tutti.

Saluti

salvo ha detto...

L’opinione di Marco è troppo fatalista e rinunciataria per essere condivisibile. Ragionando in quel modo domani la periferia sarà Roma, poi Milano , cioè l’Italia, poi l’Europa finchè non rimarrà più niente.
Se noi applicassimo meccanicamente strategie pensate in generale, così come fa Marco, faremmo un grave errore ed avremmo il risultato che il mercato diventerebbe sempre più piccolo fino ad annullarsi completamente.
L’abbandono delle periferie, secondo me, produrrebbe questo effetto.
La sfida dell’innovazione, del resto, è quella di rinnovarsi continuamente , e che cosa rinnovi se non il vecchio, dandogli nuovi sbocchi, nuovi ruoli, nuove opportunità: i territori sono realtà vive ed in evoluzione , non miniere svuotate da abbandonare.
Marco trascura di dire che in Italia il 35,9% della spesa IT è nel General Business ed il 19,7 % nel Public (sommati fanno 55,6% del mercato IT). Il 55,6% del mercato IT è periferia!
Su questo mercato l’IBM è quasi assente e dichiara (giustamente) di volerci entrare.
Da noi oltre il 90 % delle imprese è PMI , cioè periferia.
Se le cose stanno così, allora, quelle sedi assumono un ruolo chiave. Non per fare quello che facevano prima. Assolutamente no. Innoviamo.
Quelle sedi sono state e sono il luogo storico delle relazioni con il mercato ed abbandonarle adesso sarebbe un errore madornale, una perdita incredibile per l’azienda , oltre che un danno enorme per i lavoratori.
E forse sarebbe bene, una volta tanto, che anche l’interesse dei lavoratori fosse preso in considerazione (almeno dai lavoratori stessi!!). Perchè senza di loro non ci sono imprese, non ci sono aziende.

Probabilmente è vero: oggi, nessuna periferia è giustificata dal proprio fatturato . Ma ciascuna di esse possiede competenze, esperienze, relazioni preziose per gli obiettivi che l’azienda si è posta.
Questo vuol dire che le singole periferie possono giustificarsi non esclusivamente con il fatturato del loro territorio, ma anche con i servizi, le competenze e le idee che possono mettere a disposizione di tutta l’IBM .
Questo vuol dire innovare, fare impresa.
Troppo comodo svuotare il pozzo e poi abbandonarlo a se stesso.
Un’azienda come l’IBM, con il suo ruolo sociale, con la sua storia, con i suoi principi non può ignorare questo e comporatarsi come l’ultimo degli avventurieri.
C’è una responsabilità sociale d’impresa, c’è una immagine, c’è un brand da difendere.
C’è un leadership sull’innovazione da mantenere. C’è una dignità del lavoro da rispettare.
E c’è anche del business da fare!

Anonimo ha detto...

Scusami Salvo,

ma viene da chiedermi dove vivi?

"Troppo comodo svuotare il pozzo e poi abbandonarlo a se stesso."

Ma perchè i stipendi non sono stati pagati in questi anni ? Eppoi dove pensi di lavorare all'IRI (che nemmeno esiste più)

"Un’azienda come l’IBM, con il suo ruolo sociale"

Ruolo sociale??? esistono due imperativi 1) Le leggi 2) Il mercato, il secondo deve muoversi negli ambiti stabiliti dal primo. Detto questo nessuna responsabilità aggiuntiva. Ti ricordo Che IBM è un'azienda quotata il cui scopo "primario" e remunerare (dividendi) il capitale (azioni). Non è un ente benefico ne persegue scopi sociali, e quello che di sociale fà è in 'ottica di marketing perchè la migliore percezione dell'immagine consenta un maggiore sviluppo di Business.

"comporatarsi come l’ultimo degli avventurieri."

Ma conosci il mercato? Eutelia, Almaviva ti dicono qualcosa? la Bull la AtosOrigin ( Che viene ancora citata ma che ha ceduto le attività italiane all''Engeneering)la Getronics la Ericsson (Sta chiudendo lo sviluppo a Roma.... pensare la Tivoli Lab). IBM mi sembra tutto meno che avventuriera

"C’è una responsabilità sociale d’impresa, c’è una immagine, c’è un brand da difendere."

Ma parli nell'interesse di IBM ho tramite questo difendi gli interessi di lavoratori che suono fuori dall'"area" e dalle dinamiche di lavoro. Cosa significa poi che siccome deve proteggere quanto sopra esposto non può licenziare perchè politicamente scorretto? Cosa dovrebbe fare mantenere lavoratori non produttivi per fini sociali... Praticamente sostituirsi all'INPS?

"C’è una dignità del lavoro da rispettare."

Sono d'accordo ma ci sono apposite leggi per questo. Se insufficienti la pressione non và fatta sul mercato ma sul legislatore.

Come in altre discussioni siamo finiti, come al solito, nel massimalismo.

1) Te lavori perchè ti pagano in un contesto disciplinato da norme legislative.
2)Se trovi un posto migliore te ne puoi andare seguendo le norme previste.
3)Se l'azienda interpretando i movimenti del mercato presenti e futuri decide dei tagli può operarli seguendo le norme previste.

Tutto il resto è fuffa. E personalmente spero di poter continuare a lavorare in un'azienda che faccia mercato e sia profittevole invece che in una che per seguire scopi sociali o non procedere a misure drastiche e spiacevoli esce dal mercato (Vedi per esempio alitalia).

Saluti

Anonimo ha detto...

Marco,

condivido la tua analisi e se proprio tagli ci debbano essere allora spero che l'azienda tagli secondo i risultati prodotti. Cosa intendo dire?

Purtroppo i tagli si fanno sempre dal basso verso l'alto, dove l'alto è sempre al massimo un livello oltre il basso.

Questa azienda sta soffrendo non per colpa di chi sta sotto ma per colpa di chi decide.
Un esempio: La GBS va male ed il direttore dell'unità ha già praticato qualsiasi manovra per rimediare: sostituirsi alle segretarie per controllare le note spese, tagliare costi, tagliare personale... insomma tipico atteggiamento da colonnello che viene a ripulire. Ok, ma dopo aver ripulito si deve rilanciare! E dov'è il rilancio?
Allora come A.D. di questa azienda dovrei chiedere al direttore: scusa il pugno di ferro l'hai usato ma poi? Dove sono i risultati?

Ora se è vero che questa azienda non è una INPS o una Onlus allora che attui ciò che i contratti gli consentono. A cosa mi riferisco?

A me ultima ruota del carro se alla fine dell'anno la mia PBC non è soddisfacente non arriva nulla! Quanti dirigenti sono stati messi alla porta perchè non hanno raggiunto il proprio obiettivo? Allora iniziamo a tagliare tutti i dirigenti che si prendono un impegno e non lo rispettano e vediamo se la giostra non torna a girare!

Saluti

Anonimo ha detto...

Voglio sperare che la linea di pensiero di Marco sia un caso unico …… altrimenti sarebbe il caso di preoccuparsi seriamente ed allora, veramente, sarebbe il caso di chiedersi dove viviamo, e se un virus abbia colpito in maniera grave alcuni abitanti di questo pianeta.
La logica e la storia, proprio per le ragioni portate da Marco, inducono a conclusioni opposte alle sue.
La IBM per la sua politica aziendale, da sempre perseguita, è oggi la più vecchia società di informatica presente in Italia e vivaddio, nonostante tutto, gode ancora di una salute decente. Tutte le altre, che hanno perseguito la strada che indica oggi Marco (Leggi Bull, Ericsson ecc.), hanno fatto la fine che tutti sappiamo e, mi pare, non solo causando perdita di posti di lavoro ma anche delle perdite per i propri azionisti.
Da sempre la IBM ha considerato come parte del proprio capitale l’attaccamento dei lavoratori alla società perché è, soprattutto, con questo che una azienda riesce a superare le difficoltà che il continuo evolversi del mercato presenta.
E’ in virtù di questo fatto che la maggior parte di noi non viene al lavoro soltanto per la”paga”, e non “stacca” alle 17,30 facendosi cadere la penna dalle mani, ma partecipa della vita della società sentendola parte della propria, talvolta non “staccando” neanche quando è in ferie
Tutto questo discorso serve per dire che lo scopo che ci si prefigge in questo momento non è salvare “la paga” di alcuni di noi, ma consentire ad una società che (bene o male) per OLTRE CINQUANTANNI ha determinato la politica informatica in Italia (Tanto è vero che spesso si usava il termine IBM per indicare il computer) possa continuare a farlo per almeno altrettanti anni con beneficio di tutti (AZIONISTI COMPRESI).

salvo ha detto...

Caro Marco,

a me, invece, vien da dire “ ma perchè non ragioni con la tua testa?”, oppure “ma tu da che parte stai?”.
Per essere chiari: io difendo i lavoratori che lavorano, non gli sfaticati. Io difendo il lavoro che produce ricchezza, non quello assistito ( per quanto, in certi momenti anche quello ha la sua funzione...non so se ricordi la parabola di Keines...). Io difendo il lavoro che ha fatto grande questa azienda e voglio la salute di questa azienda, affinchè continui a dare lavoro che produce ricchezza.

Vedi, Marco, tu descrivi una realtà a 2 colori : o bianca o nera.
Ma , tutti sanno che non è così! La vicenda Alitalia, che tu evochi, ne è l’esempio, qualunque sia il suo esito futuro.
Dove vivo io? Vivo in un mondo di invasati che parlano come se fossero il Fondo Monetario Internazionale ed invece sono dei poveri cristi senza più autonomia di pensiero.
Capisco che tu sei uomo pratico e roccioso, ma vedi anche io conosco le leggi dell’impresa, quelle del mercato e quelle dello stato, quindi sono uomo pratico anch’io. Solo che, ogni tanto, io mi avvalgo della condizione del dubbio, tu sembra di no.
Tu dici che esistono solo due imperativi: le leggi ed il mercato.
Bene, sappi che nessuna delle due lo è, e tanto meno lo è il mercato. Le leggi (come questi giorni sta dimostrando bene il nostro amato premier....) si fanno e si disfano a piacimento.
Il mercato come lo evochi tu, invece, è una bufala per infinocchiare gli invasati.
Certo le imprese devono fare utili, altrimenti non si reggono. Ma io mica dicevo il contrario.
Anzi dicevo e dico che l’abbandono delle periferie va contro l’idea di fare utili, perchè li ci sono ...bla bla bla.( tutto quello che ho scritto prima e che confermo).
E’ vero o non è vero che più 55% del mercato IT in Italia è periferia? E’ vero o non è vero che l’IBM in quel mercato non c’è o c’è poco? E’ vero o non è vero che le competenze in quel mercato l’IBM le ha in periferia?...etc .etc.
Se è vero tutto questo, mi spieghi per quale ragione le deve chiudere?
Te la dico io la ragione: la ragione è che è molto più facile e veloce tagliare i costi per far quadrare i conti e nascondere responsabiltà nelle scelte, piuttosto che innovare, raccogliere la sfida del mercato (come dici tu). Vogliamo stare nel mercato? Bene! Giusto: dobbiamo stare nel mecato! Ma il mercato chiede scelte intelligenti e nuove. Tutte le imprese che hai menzionato tu e che sono fallite hanno agito come vorresti tu, eppure sono fallite!
Perchè il problema è nelle scelte di politica industriale (nel go to market, nei prodotti, negli skill, nelle motivazioni, nelle persone...).
Altro che massimalismo. Parliamo di cose concrete. Massimalismo è il tuo, anzi dogmatismo direi. La tua ricetta è stata già cucinata e non ha avuto successo, sembra!

Anonimo ha detto...

Gentili colleghi,
intervengo nel dibattito per segnalare a chi pensa che le sedi periferiche siano tutte
riserve indiane infarcite di pachidermi sfiniti prossimi al pensionamento ( o all’estinzione...) ,
che non è esattamente così...
Venga a farsi un giro a Nord Est e se ne renderà conto.
La maggior parte dei dipendenti IBM qui lavora presso clienti importanti ( Generali su tutti ) e
su progetti grandi, ambiziosi, di respiro internazionale, non solo sulle PMI, che pure qui sono una realtà robusta, o sul cliente interno.
Quindi di persone in ufficio ce ne sono sempre relativamente poche.
In più, c’è un discreto gruppetto di giovani, e altri potrebbero arrivarne, molto dipende dai risultati di fine giugno.
C’è perfino la prospettiva che vengano aperti nuovi punti d’appoggio, o irrobustiti quelli attualmente esistenti sul territorio, date le potenzialità di crescita economica e di affari offerta dalla regione, troppo vasta per essere seguita da una sede sola.
Approfitto dell’occasione per chiedere conferma delle voci relative a GBS, secondo le quali
la cura dimagrante sarebbe già stata avviata, con proposte di incentivo alle dimissioni sottoposte a personale di stanza a Milano o a Roma.
Grazie per l’ospitalità

Anonimo ha detto...

Perfavore prego chi posta in questo blog di usare un nome, anche di fantasia, per evitare di creare confusione nelle risposte.

Mi permetto poi di rispondere ad alcune osservazioni poste da "anonimo" e da salvo

"se un virus abbia colpito in maniera grave alcuni abitanti di questo pianeta"

No nessun virus semplicemente la penso così, in ogni caso chi non la pensa come te ti assicuro che non è malato.

"ma tu da che parte stai"

Perchè bisogna scegliere qualche parte ? e poi chi definisce le parti tu?

"Solo che, ogni tanto, io mi avvalgo della condizione del dubbio, tu sembra di no"

Bhe sembra proprio di no, visto che riesci a riconoscere che sono un ivasato del Fondo Monetario :-D

"Tu dici che esistono solo due imperativi: le leggi ed il mercato"

Certo che sono imperativi, ma non ho certo detto che sono modificabili, anzi sopratutto le prime devono perseguire il bene della collettività.

"Il mercato come lo evochi tu, invece, è una bufala per infinocchiare gli invasati."

Si si la stessa bufala per la quale IBM non assume più ed in alcuni casi taglia in USA per assumere 80.000, dico 80.000, dipendenti in due anni in India, ma solo per infinocchiare gli invasati ....

Eppoi basta con gli attacchi alla dirigenza che non è capace..... Voi sapreste fare di meglio ? Chi pensate siano i dirigenti non erano, per la maggior parte, nostri colleghi ?

Sento sempre dire.... coprire le incapacità..... mancanza di innovazione...... ma chi critica chi pensa di essere? pensa di avere la ricetta pronta ?

E' ora di aprire tutti gli occhi....

Se non avessimo i ricavi del Sistem Z ed i grandi contratti con le banche e con la PA saremmo già affondati... altro che periferia e PMI altro che sedi regionali... questa è la situazione...

Cambiamo passo rinnoviamo l'azienda, tagliamo quello che è da tagliare e, in caso di nuove idee, dimensioniamoci di conseguenza... non il contrario del tipo ho queste persone troviamogli qualcosa da fare od una nuova mission....

Anonimo ha detto...

Certo che sono imperativi, ma non ho certo detto che sono modificabili, anzi sopratutto le prime devono perseguire il bene della collettività.


Intendevo immodificabili...naturalmente.

Anonimo ha detto...

Intervengo in questa discussione, che sto seguendo con grande attenzione, perché ciò che dice Marco io l'ho sentito dire, da diversi colleghi, molti anni fa in un momento tragico per l'azienda e anche per me che dovevo gestire trattative drammatiche e complicate.
Nel 1993, anno della prima procedura di mobilità (leggi licenziamenti), molti colleghi parlavamo, come Marco, di mercato e di colleghi poco "profittevoli". Quando si arrivò in fondo a quella vicenda, proprio quei colleghi furono posti in mobilità (e quella prima volta non era una mobilità volontaria).
Poi vi fu la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria e molti colleghi dicevano che bisognava cacciare via i fannulloni ... poi furono messi in cassa proprio loro e, fra questi, colleghi che, pochi giorni prima, avevano preso premi e valutazioni alte.
Poi vi fu l'accentramento delle attività amministrative sui due poli di Roma e Milano e, anche in questo caso, furono colpiti quelli che si sentivano più sicuri.
Io che frequento molti colleghi delle periferie non penso affatto che siano dei fannulloni o degli assistiti e, anche se non sono così bravo ad analizzare la realtà italiana dell'IT, tutte le volte che si è massicciamente abbandonato il territorio, poi ho visto ridursi il profitto di IBM.
Spero di non essere stato frainteso; insisto: criticare la politica industriale di IBM non significa affatto mirare ad una solidarietà spicciola all'italiana, significa anche fare proposte ... e proposte serie sono state fatte.
Certo, è molto più facile chiudere e concentrarsi sui grandi clienti con meno persone, ma così basta ancora meno per finire tutti in mezzo a una strada.

Quanto ai dirigenti, verso i quali non ho alcuna acrimonia, vorrei che si riflettesse su un'azienda dove, non tanto tempo fa, c'era un dirigente ogni 6 dipendenti.

Un caro saluto a tutti.
Alfio Riboni

Anonimo ha detto...

Ciao Marco, lavoro in periferia e sono parzialmente d'accordo con te .... ho l'impressione che l'azienda sia troppo "zavorrata" per competere nel mercato PMI (coem giustamente hai osservato), dove però è possibile fare la differenza. Il problema però è che la "Zavorra" non è detto che sia solo la periferia dove le risorse ormai sono poche (forse il 2 o 3 % dell'intera popolazione IBM in Italia... figurati che saving), La "Zavorra" è altrove.... quando mi capita di andare a Roma e mi capita ..visto che mi occupo di vendite e spesso accompagno i clienti ad eventi o manifestazioni... dicevo quando mi capita di andare a Roma... dopo le 10 del mattino al Torrino non SI TROVA UN POSTO AUTO... DOMANDA cosa fanno tutti questi brillanti e produttivi impiegati quadri e dirigenti in ufficio ogni santo giorno (visto che lì ci sono i clienti.......)... ma sei davvero convinto di poter vendere nelle periferie un sistem I una licenza tivoli, un BLADE H,S,E o qualunque altro prodotto a portafoglio IBM con una struttura che si chiama .COM ... ovvero con il telemarketing.... guarda che anche questa è una strategia IBM ed anche delle più gettonate.. io non ho mai visto fare una trattativa IT al telefono diciamo da Vimercate verso Catania, Napoli, Bari, Cagliari...etc... senza il supporto delle risorse localizzate che hanno le relazioni con i clienti, ovviamente non ho nulla contro i colleghi di nessuna location o organizzazione, mi permetto solo di osservare che forse le scelte e le strategie del nostro management possono essere criticabili. Il problema non è la periferia, il problema è il ruolo che a quest'ultima è stato dato, non essere così sicuro che IBM non l'abbia capito... quest'anno si parla moltissimo di MidMarket.. e si ricomincia pure a parlare di strutture territoriali indipendenti che dovranno giustificarsi sì, ma avendo anche capacità di muoversi... oggi nelle periferie il problema principale è la logica dei Silos ormai anacronistica, 3 colleghi in AMS, 2 colleghi in GB, 5 GTS, 1 GBS, 1 STG... ognuno con il suo mondo e con i suoi problemi, per la cronaca sono 2 anni che faccio la quota di revenue in GB per la mia filiale dovrei essere tra queli contenti ... ed invece HO QUALCHE DUBBIO...............

f_fiac ha detto...

Ciao a tutti,
con un po' di ritardo intervengo anch'io sul tema.

Come già evidenziato da altri trovo che vi sia una contraddizione tra i proclami da parte dell'azienda di rilanciare l'offerta sul mercato delle PMI e la politica di continuo impoverimento delle sedi periferiche. Può darsi che siano solo proclami di facciata e allora tutto sarebbe coerente, ma se - in buona fede - diamo credito a questa volontà di IBM, il comportamento è contraddittorio.

Tuttavia penso che anche l'analisi proposta dal sindacato, come quella di molti che hanno scritto qui, poggi su assunzioni non del tutto corrette, se vogliamo controbbattere IBM sul piano della convenienza economica. Schematicamente il ragionamento è il seguente: il mercato italiano è particolare perchè il 70/80% è fatto da piccole imprese, quindi l'economia italiana si regge sulle PMI, che sono molto distribuite sul territorio e quindi il territorio va presidiato e presidiato meglio da parte dell'azienda.

E' vero che gran parte del PIL nazionale è prodotto dalle piccole imprese, ma non per questo "questa tipologia d'impresa, insieme agli Enti Locali, rappresenta il tessuto economico fondamentale, la spina dorsale del nostro paese", che invece è costituita dai grandi gruppi bancari, dalle grandi aziende delle telecomunicazioni, dell'energia e degli altri servizi e da poche grandi imprese manifatturiere (cioè la FIAT e poco più). Nel settore metalmeccanico se va male la FIAT, si porta dietro gran parte delle piccole aziende.
Le PMI più che rappresentare un vantaggio competitivo per l'economia italiana sono un elemento di estrema debolezza. Da un recente rapporto dell'ISTAT «Struttura e competitività del sistema delle imprese industriali e dei servizi» si legge che il 95 per cento del tessuto produttivo italiano è fatto da aziende con meno di 10 addetti. Nelle microimprese (definizione Istat) si concentra il 47,8% degli addetti, il 24,8% dei dipendenti ed il 31,6% del fatturato.
All'opposto le imprese di maggiori dimensioni - con 250 e più addetti - sono appena 3199 (pari allo 0,07%), ma assorbono il 18,3% del totale degli addetti il 27,7% dei dipendenti, e realizzano il 29,2% di tutto il valore aggiunto italiano.
Il Valore aggiunto per addetto è di circa 60300 euro per le aziende con più di 250 dipendenti e di soli 25100 euro per la aziende con meno di 10 addetti, nonostante il costo del lavoro nelle grandi aziende sia maggiore ed il numero delle ore lavorate minore (questo tra l'altro dovrebbe essere tenuto a mente da chi vuole aumentare la produttività abbassando il costo del lavoro e aumentando l'orario di lavoro!).

Quindi, tornando a IBM, la domanda da farsi è: le PMI hanno soldi da spendere? Hanno soldi da spendere in costosi hardware, software e servizi IT come quelli di IBM?
Inoltre i processi di accentramento che sono avvenuti in alcuni settori, come quello bancario-assicurativo, ha accentrato i luoghi di direzione e così pure i luoghi.
Se ci fosse questo deficit di presenza sul territorio si vedrebbero molti consulenti partire dalle grandi sedi per andare in trasferta in un territorio "periferico", ed invece in proporzione (dalla mia esperienza) ci sono più colleghi delle "periferie" che vengono su un progetto a Milano che non viceversa.

Allora siccome non sono auspicabili "soluzioni" del tipo di quelle indicate da Marco, almeno per chi non vuole lasciare i destini dei lavoratori nella mano invisibile del mercato salvaguardare i posti e la qualità del lavoro, ritengo che la via d'uscita per le sedi periferiche sia quello di diventare laboratori specialistici su materie e soluzioni particolari (come mi sembra sia stato fatto a Cagliari nell'ambito della sicurezza informatica) che possano essere sviluppate e vendute a prescindere dal mercato locale.

Infine al di là del merito delle analisi e delle proposte del sindacato, che comunque, criticabili o no, sono state sostenute dalla maggiornanza dei lavoratori IBM, vorrei riportare l'attenzione sulla questione di fondo della lettera aperta ai colleghi: cosa siamo disposti a fare noi dipendenti per almeno riportare IBM al tavolo della trattativa?

PS. Caro Marco, ma perché quando qualcuno non è d'accordo con te, allora è per forza un massimalista? Se poi questo è il massimalismo i "compagni riformisti" possono dormire sonni tranquilli!

Un saluto a tutti,
Francesco

Anonimo ha detto...

Ciao Francesco,

è vero ho tirato fuori un'altra volta la storia del massimalismo
:-D

Però lasciami dire che questa volta è avvenuto nel momento in cui sono stato indicato come "l'invasato del Fondo Monetario"....

Aggiungo solo una considerazione a quanto da te esposto. Condivido la tua analisi sul mercato PMI, ma a chi ricorda, è nel corso di questa discussione è avvenuto molte volte, che la maggior parte del PIL italiano è prodotto dalle PMI, ricordo io che il fatturato di IBM non solo in Italia ma nel mondo è fatto in minima parte dalle PMI.

Ribadisco IBM per il suo tipo di offerta (Servizi o prodotti non fà differenza)non può attualmente puntare, almeno strutturalmente, al mercato PMI e i casi come l'AS400 hanno la stessa frequenza della vittoria della Grecia all'europeo :-D.

Saluti

salvo ha detto...

Inizio dalla affermazione che “ se non ci fossero la linea Z, le grandi banche e la PA saremmo già affondati”.
E’ vero! Anzi, direi di più: se non ci fossero quegli 87 (ottantasette!!!) top customer che ci danno il 70% del fatturato ...saremmo già affondati.
Il problema è tutto qui. Dipendiamo da 87 customer.
Quanto più piccolo è il nostro “coverage” tanto più è a rischio il futuro. Vogliamo continuare così?
Perchè di questo stiamo parlando, del futuro. Oppure vogliamo costruire un futuro migliore, meno rischioso ed esposto?
Vogliamo crescere? Grouth!! Questo è uno dei cardini della strategia aziendale.
Credo sia giusto, quasi ovvio.
All’Italia Armouk chiede Grouth, perchè la crescita viene prima di tutto il resto. Come fare la GROUTH sono problemi lasciati al managment italiano!
Ora, però, in Italia il PIL cresce poco, molto meno degli altri stati, quindi il mercato IT cresce anche lui di conseguenza.
Se vogliamo Grouth, oggi, non ci possiamo affidare al PIL. Dobbiamo rosicchiare mercato agli altri. Dove? Ma mi sembra evidente!!!
Quanti altri nuovi Z AGGIUNTIVI (su nuovi customer) pensiamo di fare’? Quante altre NUOVE grandi banche pensiamo di conquistare?
Credo che se vogliamo GROUTH dobbiamo concentrarci su dove siamo deboli , se inoltre lì (guarda caso) c’è anche META’ (55%) del mercato IT....
Il mercato GB e Local Government!!!!
Cioè il mercato delle periferie!!
Lo vogliamo seguire da Milano?
Ma perchè lo dobbiamo seguire da Milano se già abbiamo le persone nelle periferie, che hanno le competenze, le relazioni, la storia....? Mi sembra un controsenso, che infatti ci ha penalizzato!!!
Ho gia detto che quel mercato (forse) da solo non giustifica i costi delle periferie (...sarebbe molto interessante, tra l’altro, vedere bene le voci che determinano questi costi...) ed allora dobbiamo darle missioni aggiuntive di cui c’è bisogno (centri di competenza, di sviluppo, di ricerca...), perchè le periferie ci servono per la “grouth” , che è l’obbiettivo primario.
Francesco si domanda se le PMI hanno soldi da spendere in costosi HW, SW e servizi. Messa così la risposta è no!! Non li hanno. Soprattutto le singole microimprese.
Però, se noi incominciamo a ripensare l’offerta e ad organizzare bene il go-to –market molto può cambiare: In USA l’offerta sulle PMI è molto più ricca che non in Italia che è il paese delle PMI. Da noi ci sono, inoltre, i consorzi tra imprese, i distretti, ma penso anche ai market place, ai sevizi di outsourcing su problematiche specifiche e tecnologicamente avanzate (tipo sicurezza, tipo performing, logistica, B2B e B2C.....)...

Anonimo ha detto...

Volevo complimentarmi con gli occupanti le sedi "centrali" che dormono e pretendono poi che le attività siano realizzate in metà del tempo dai colleghi delle sedi "periferiche" che solo in tal caso sono apostrofati come professionisti.

Anonimo ha detto...

DIVIDE ET IMPERA.
La confusione è nelle sedi centrali e non periferiche.

Anonimo ha detto...

Salve,
chiedo cortesemente di voler usare un nome, anche di fantasia, invece che anonimo per evitare confusione.

Anonimo spiegaci per cortesia
"Volevo complimentarmi con gli occupanti le sedi "centrali" che dormono e pretendono poi che le attività siano realizzate in metà del tempo dai colleghi delle sedi "periferiche" che solo in tal caso sono apostrofati come professionisti"

cosa intendi esattamente? qualche episodio specifico?

eppoi

"DIVIDE ET IMPERA.
La confusione è nelle sedi centrali e non periferiche."

cosa significa? che intendi per confusione? è uno slogan?

Saluti

Anonimo ha detto...

La verità secondo me, come spesso capita, è nel mezzo.
Ci sono alcune tipologie di business che non possono essere effettuate centralmente.
Se IBM vuole coprire alcune aree di business, come i servizi IT, dove le persone "devono" essere on site presso i clienti, vuoi o non vuoi devi avere una presenza sul territorio.
Se IBM non ritiene più necessaria la presenza sul territorio,vorrà dire che abbandonerà anche questa tipologia di business.
L'importante è che la direzione dia dei segnali chiari perchè è inutile avere delle periferiche se poi queste non sono pienamente sfruttate.
Soprattutto è molto limitante per una sede periferica sapere di essere un costo e non una risorsa.
Non credo che andando avanti così si faccia il bene sia di IBM che dei lavoratori periferici.

Anonimo ha detto...

Io lavoro in una sede periferica, in cui abbiamo competenze e skill. Lavoriamo da remoto su progetti spesso chiamati da colleghi delle sedi centrali che non hanno le competenze richieste. I clienti si fidano di noi, perchè dimostriamo il valore sul campo, e quindi ci consentono di essere ovunque vogliamo. Vogliamo abbattere i costi, iniziamo a dare telelavoro alle persone che lo richiedono, limiteremo un pò di spese.

Anonimo ha detto...

Prospettive occupazionali...

non solo nelle sedi periferiche ma in tutta la IBM Italia nel suo complesso direi...

Ho appena finito di leggere il Bilancio 2007 e quello che se ne trae non è sicuramente uno scenario edificante.

IBM Italia S.p.A chiude l'anno con 7133 dipendenti, erano 6889 nel 2006. Ma non è un vero aumento, infatti hanno lasciato l'azienda 240 colleghi (incentivati e non) e sono state assunte 212 nuove persone, totale -38. L'aumento è dovuto al personale proveniente dalle società acquisite è fuse nel 2007, totale +249.

Numeri ancora più neri per le attività italiane del gruppo IBM, infatti, ecco in ordine i saldi delle società italiane con le differenze rispetto al 2006:

IBM Italia Servizi Finanziari, 107 (-5)
Global Value Services, 1027 (-63)
Sap Italia Consulting, 216 (-165)
Mediosystem, 200 (-12)
Sistemi Informativi, 1294 (-68)

Ne consegue che le attività italiane di IBM, nonostante l'effimero aumento dovuto alle acquisizioni, impiegano complessivamente meno di 10.000 persone !!!

Non sò negli anni 90 ma nei 2000 è sicuramente il punto più basso mai toccato.

Viene da chiedersi, quali dinamiche future seguirà questo andamento.

Anonimo ha detto...

Sempre sulle prospettive occupazionali.....

Leggo dal sito della RSU di Vimercate la seguente affermazione : "30 giugno: giornata di approfondimento in aula sindacale riguardo la prossima riorganizzazione IBM ITALIA.
Invitati tutti gli iscritti al sindacato. Le voci di una imminente ristrutturazione sono confermate anche dalle altre aziende del Gruppo IBM.
Inviata una richiesta urgente di incontro alla Direzione Aziendale."

E' vero ? Ci sono state conferme anche dalle altre aziende del gruppo ? Quali sono esattamente le "voci" ? Perchè non ne discutiamo ?

Saluti

Anonimo ha detto...

Ciao Marco!
Come avrai visto sul sito www.lomb.cgil.it/rsuibm/ c'e' l'info della riunione del coord. di Gruppo IBM ITALIA, il giorno 15 luglio p.v.
Solo dopo aver avuto info anche dai colleghi e non "voci" si potra' discutere sul blog.
Una domanda: ma hai partecipato e/o non hai potuto partecipare alla assemblea di Vimercate? Riciao
Laura Frontini RSU IBM Segrate

Anonimo ha detto...

Ciao Laura,

no, non ho parteciapto perchè lavoro presso la sede di Roma.

Saluti e grazie per la risposta.

Anonimo ha detto...

qualche anticipazione?

Anonimo ha detto...

Ciao Anonimo ... come gia' scritto a Marco, forse, si sapra' qualcosa dopo l'incontro del coordinamento del gruppo IBM!!! riciao.
Laura Frontini RSU IBM Segrate

Anonimo ha detto...

Buonasera Laura,

a valle della riunione del coordinamento si è esplicitata qualche informazione relative alla ristrutturazione aziendale ?

Saluti

Anonimo ha detto...

Ciao Marco ... al momento non abbiamo ancora notizie ufficiali ...sul sito c'e' il comunicato riguardo all'incontro del 15 luglio u.s.
Ti consiglio di guardare spesso il ns sito per essere sempre informato.
Laura Frontini RSU Milano-Segrate

Anonimo ha detto...

Giusto per dare una info , le notizie avute il 15 luglio sono molto frammentarie e discordanti , per questi motivi stiamo chiedendo un incontro con l'Azienda ai primi giorni di Settembre , consultate il sito delle RSU gia suggerito da Laura
www.lomb.cgil.it/rsuibm/
ciao